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♦ LA STORIA DI UNA BAMBINA DELL′ESQUILINO

Le Storie Laureus Comments (0)

Success ha iniziato a giocare a pallavolo a metà gennaio, timida al limite di una chiusura preoccupante.

Inizialmente era molto attaccata alla madre, e ad ogni movimento durante gli allenamenti si girava verso di lei per assicurarsi della sua presenza. Per Success non è stato facile cominciare a relazionarsi con gli altri bambini, soprattutto perché tecnicamente era un po’ inadeguata.

Ora ha una frequenza regolare ai corsi, e soprattutto, grazie all’amicizia ed ai legami che sta costruendo, sono stati gli stessi bambini ad insegnarle tecniche ed accorgimenti per riuscire nella pallavolo. Un gruppo accogliente è capace di fare integrazione. Ed inoltre l’insegnamento da un ‘pari’ è più facile ed istintivo da recepire.

Questo è un valore fondamentale che attraverso il Progetto Educativo di Squadra, caratteristico del metodo Laureus, l’allenatore costruisce nel corso dell’anno sportivo.

Stella, istruttrice di volley presso l’associazione dell’Esquilino, ci racconta la storia dell’evoluzione di Success all’interno del gruppo. E’ una storia che viene da lontano ed è trasmessa con uno sguardo particolare, frutto del metodo Laureus, secondo cui ogni bambino è fondamentale per il gruppo o la squadra che frequenta. L’evoluzione della sua storia personale, le tracce del percorso che dovrà fare, sono già disegnate nella mente della sua allenatrice, che farà leva sullo sport per farla fiorire.

Ecco la traduzione del metodo di come costruire un gruppo unito data da Stella: “Durante gli allenamenti sono solita fare tre squadre e delle partite corte da 5 punti. In questo modo i bambini possono muoversi di più, poiché il gruppo che rimane fuori deve l’allenarsi contro il muro.

Oltre a dare dinamicità agli allenamenti, dividere i ragazzi in piccoli gruppi facilita la coesione della squadra perché stimola la comunicazione tra di loro. Durante il tempo in cui non sono sul campo possono parlare tra loro della partita. L’idea è quella di motivarli ad auto-organizzarsi: in questo modo possono confrontarsi, ed è frequente che quando sono fuori uno insegni all’altro come palleggiare o fare il bagger. Per quanto riguarda il caso di Success una delle ragazze in particolare, Anita, è molto sensibile alla sua situazione e la aiuta cercando di trasferirle la sua esperienza tecnica.

Adesso Success conosce le posizioni, sa come ci si muove in campo, conosce alcune regole del gioco e rispetta maggiormente le dinamiche e le ritualità del gruppo.

Attualmente è più sicura e riesce a seguire con più facilità gli esercizi proposti, si ricorda delle attività precedenti, ha imparato velocemente e si dimostra più sciolta in campo. Da poco ha comprato le ginocchiere, segno della volontà di integrarsi ancora di più all’interno della disciplina, all’interno del gruppo”.

L’allenatrice, con cuore e determinazione, ha indirizzato i suoi sforzi a stimolare la collaborazione e la cooperazione all’interno del gruppo. Con pazienza, competenza e dedizione ha indotto i compagni della ragazza ad aiutarla, a trasmetterle nozioni tecniche e, in senso più ampio, a farla diventare sempre più partecipe del gruppo.

Attenzioni semplici, ma sono le piccole azioni quotidiane perseguite in un gruppo accogliente che cambiano la percezione che i ragazzi hanno di sé stessi e delle relazioni che si sviluppano attorno a loro.

Avere un adulto competente che si offre come riferimento del tuo cammino, ti sprona, ti stimola, ti protegge, mette la inevitabile frustrazione a servizio della crescita del ragazzo.

Questa è la differenza qualitativa che Laureus porta con sé.

Laureus, lo sport che cambia la vita.

 

 

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On 02/10/2018
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